domenica 18 settembre 2011

Marco Tullio Cicerone Pro Archia 3 testo latino-italiano con commento

Sed ne cui vestrum mirum esse videatur me in quaestione legitima et in iudicio publico-- cum res agatur apud praetore populi romani, lectissimum virum, et apud severissimos iudices, tanto conventu hominum ac frequentia-- hoc uti genere dicendi, quod non modo a consuetudine iudiciorum, verum etiam a forensi sermone abhorreat; quaeso vobis, ut in hac causa mihi detis hanc veniam, adcommodatam huic reo, vobis (quem ad modum spero) non molestam, ut me pro summo poeta atque eruditissimus hominem dicentem, hoc cuncursu hominum letteratissimorum, hac vestra humanitate, hoc denique praetore exercente iudicium, patiamini de studiis humanitatis ac litterarum paulo loqui liberius, et in eius modi persona, quae propter otium ac studium minimein iudiciis periculisque tractata est, uti prope nuovo quodam et inusitato generi dicendi.

Ma perchè a nessuno di voi sembri strano che in una questione di diritto, nel corso di un pubblico processo(1), svolto innanzi al pretore del popolo romano, uomo esemplare(2), e agli integerrimi giudici(3) e alla presenza di una folla così numerosa, io mi serva di un genere di eloquenza(4) tanto distante dalla consuetudine giudiziaria ma anche dal linguaggio forense, vi chiedo, in questa causa, di concedermi tale licenza,a vantaggio dell'imputato(5) e, spero, non spiacevole per voi: permettete che difendendo con le parole un ottimo poeta e uomo dotto, confidando nella presenza di uomini che amano tanto le lettere, nella vostra cultura e nell'autorità del questore che presiede il tribunale, io tratti con libertà, seppur in maniera concisa, degli studi letterari, e che, un tale personaggio, il quale, grazie a una vita dedicata tutta alla sapienza, non ebbe mai problemi con la legge, io possa valermi di un genere di eloquenza insolito e quasi nuovo(6).

(1) - Lo iudicium publicum ebbe inizio per opera del dittatore Silla nel 149 a.C dallo iudicium populi nel quale il popolo romano si riuniva in comitia e decideva e discuteva i casi nati dall'appello di un cittadino contro una sentenza approvata da un magistrato. Questo appello era detto provocatio. Lo iudicium publicum aveva sede in una delle quaestones perpetuae che erano corti perenni che si occupavano di questi tipi di crimine. di questi e della loro classificazione si era occupato Silla con le sette Leges Corneliae. Due di queste leggi si occupavano di crimini compiutitra le pareti domestiche, un altra, la lex de sicariis et veneficis riguardava omicidi e casi importanti di corruzione giudiziaria, mentre le ultime quattro studiavano crimini legati alla vita politica. In questo caso si tratta della lex Papia, un provvedimento diretto soprattutto contro i Transpadani che vivevano a Roma senza aver regolarizzato la loro posizizione


(2) - Si tratta si Quinto Tullio Cicerone, questore nel 68 e pretore nel 62

(3) - Con l'applicazione della Lex Aurelia Iudiciaria del 70, i giudici venivano eletti per sorteggio al senato, all'ordine della cavalleria e ai tribuni erarii.

(4) - Cicerone definisce Archia reus ovvero imputato. Il termine veniva connesso con res e indicava colui del quale si discuteva una causa.

(5) - Una delle cause che spinse Cicerone a compiere un'enorme celebrazione della produzione letteraria e poetica fu quella di far cosa gradita al suo cliente che tanto aveva fatto per il Popolo Romano. Archia infatti al momento del processo aveva composo poemi epici celebrativi delle campagne di Mario sui Cimbri e di Lucullo su Mitridate. Inoltre stava progettando di compiere un poema epico per celebrare le gesta di Cicerone contro i Catilinari.

(6) - Ritorna l'uso specifico del verbo dicere di cui si sottolinea l'originaria natura forense. 




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