domenica 18 settembre 2011

Marco Tullio Cicerone Pro Archia 2 testo latino-italiano con commento

Ac ne qui a nobis hoc ita dici forte miretur, quod alia quedam in hoc facultas sit ingenii neque haec dicendi ratio aut disciplina, ne nos quidem huic uni studio penitus umquam dediti fuimus. etenim omnes artes, quae ad humanitatem pertinent, habent quoddam commune vinculumet quasi cognatione quadam inter se continentur

E perchè nessuno si meravigli del fatto che io parli in questo modo di un uomo il cui ingegno ha capacità diverse dalle mie(1), ovvero estranee all'abilità e alla pratica dell'eloquenza, sappiate che nemmeno io ho dedicato il mio interesse sempre unicamente a questa sola disciplina. Infatti tutte le scienze che concernono l'uomo sono intimamente collegate e unite tra loro da una sorta di analogia(2).

(1) Si fa riferimento all'arte dell'eloquenza che l'oratore definisce "facultas ingenii et dicendi ratio aut disciplina. Questo è un esempio di occupatio. l'occupatio è una figura retorica con cui si previene un'obiezione dall'ascoltatore.

(2) La concezione di humanitas è di importanza fondamentale nel sistema filosofico di Cicerone. Infatti per l'oratore è la base delle norme del vivere civile, ovvero dell'essere cittadino. In ciò è assai vicino al circolo degli Scipioni e sostiene che la natura ha innalzato l'uomo sugli animali, considerati inferiori. dai quali si distingue per l'uso della ragione e del discorso. Per Cicerone ogni individuo nasce pari a un altro ed è poi libero di sviluppare la propria mente grazie agli studi della cultura. Gli uomini, comunque, pari per nascit, devono rispettarsi reprocicamente e devono prestare il loro servizio per il bene altrui.

1 commento:

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