Degli scritti immensi di questi filosofi ci sono rimasti solo pochi frammenti ed èdifficile attribuirli aduno o ad un altro autore dal momento che si riferiscono generalmente agli stoici. Filosoficamente lo stoicismo si presenta come la continuazione e il compimento della dottr9ina del cinismo. Gli stoici cercano di arrivare alla virtù attraverso la scienza. Di solito si parte dalla logica, si passa alla fisica, all'antropologia e poi all'etica.
venerdì 23 settembre 2011
LO STOICISMO
Lo stoicismo è una corrente filosofica fondata da Zenone di Cizio, di cui conosciamo la data di nascita, presumibilmente nel 336-335 a.C., e la data di morte, presumibilmente nel 264-263 a.C. Arrivato ad Atene all'aetà di ventidue anni si entusiasma per il pensiero socratico, acquisito tramite la lettura delle Memorabili di Senofonte e l'Apologia di Socrate di Platone e trovo un Socrate redivivo nel cinico Cratete di cui diventò scolaro. Fu scolaro anche di Stilpone e Teodoro Crono. Intorno al 300 a.C. fondò una scuola tutt sua nel portico dipinto ovvero la stoà poikile nome dal quale venne il nome di stoici. Morì di morte volontaria come tanti maestri che gli succedettero. delle sue opere letterarie rimangono solo pochi frammenti. Allievi di Zenone di Cizio furono Aristone di Chio, Erillo di Cartagine, Perseo di Cizio e Cleante di Asso che lo succedette nella direzione della sua scuola. Nato intorno al 303-304 a.C. fu un uomo di buona volontà e di pochi bisogni ma non ha contribuito alla formazione del pensiero stoico. a lui succedette Crisippo di Soli che viene considerato il secondo fondatore della scuola stoica. A Crisippo succedettero Zenone di Tarso e Diogene di Seleucia. Quest'ultimo con l'accademico Carneade e il peripatetico Cratilo si recò a Roma nel 156 a.C per un'ambasceria. Ebbero un forte successo sulla gioventù romana ma ebbero la disapprovazione di Catone che li rimandò in dietro dal momento che temeva che distraessero i giovani romani dalla vita militare. Allievo di Diogene fu Antipatro di Tarso.
giovedì 22 settembre 2011
MEDICINE IN THE PAST- TREATING HEADHACHES
People have always had headaches. Headaches in a problem that people have all over the world. In some coltures, the people use special herbs to cure headaches. For example, Native American Indians use plants with a chemical found in aspirins. Today people in the developed world take a tablet toi treat headache. But what happened in the past? Thousand years ago medicine men made holes in the heads of people because they believed this would let the headache out. In Ancient Egypt, medicine man used to tie a ceramic crocodile which was filled with herbs, to the head of the patient. We aren't sure why. In the Middle Ages, the people that go to doctors were usually treated with leechs. They were put on the patient's body near the place where the pain was. For people with headaches the lech was put on the neck.
mercoledì 21 settembre 2011
FILOSOFIA - LA VITA DI SOCRATE
Conosciamo solo la data di morte di Socrate, il 399 a.C. La maggior parte delle cose che conosciamo su questo personaggio proviene dai riferimenti di coloro che hanno scritto di lui. Da questi sappiamo che nasce ad Atene nel 470 a.C appartenente alla tribù Antiochide del demo Alopece. Suo padre Sofronisco era scultore, sua madre Fenarete era una levatrice. Non sappiamo quale professione praticò Socrate, forse in giovane età seguì le orme del padre e sappiamo che disponeva molto liberamente del suo tempo, dedicandosi completamente alla filosofia. Partecipò alla guerra del Peloponneso attivamente avendo ricevuto in eredità la casa e un reddito regolare. Tuttavia il suo disinteresse per la ricchezza lo condusse in estrema povertà. Socrate ebbe una moglie di nome Santippe, forse una seconda moglie di nome Mirto e almeno tre figli. Fin da giovane ebbe modo di frequentare le personalità più influenti di Atene: fu allievo di Archelao, conobbe Anassagora che ra vicino a Pericle. La riflessione su un insieme di valori nuovi rispetto alla tradizionale etica graca caratterizzò l'insegnamento di Socrate negli ultimi vent'anni della sua vita. La riflessione di Socrate fu stimolata da un oracolo delfico richiesto da un amico di Socrate: tuttavia studi recenti escludono l'autenticità dell'avvenimento. Socrate aveva l'abitudine di fermare i cittadini per interrogarli nei luoghi più frequentati della città. nel 399 a.C fu incriminato per empietà con due distinte imputazioni riferite da Diogene Laerzio. L'accusa contro Socrate fu sostenuta dal poeta Meleto, insieme all'oratore Licone e ad un mercante di nome Anito. Socrate fu ritenuto colpevole con una maggioranza di sessanta voti. la sua proposta provocatoria di essere mantenuto a spese dello stato fu respinta ed egli fu condannato a bere la cicuta.
LA MUSICA DELLE ORIGINI - SUONI PER COMUNICARE
Fin dalle epoche più remote, l'uomo ha comunicato e tramandato le proprie scopere utilizzando mezzi sonori, verbali, gestuali e visivi. In particolare, la produzione sonora, sia che avvenisse attraverso la voce, sia che prevedesse l'uso di oggetti e strumenti musicali, era usata soprattutto per la comunicazione. La funzione delle prime forme di comunicazione era quella di tramandare conoscenze e apprendimenti. La voce, pur non essendo pienamente evoluta era usata per questo scopo cosi come il canto.
martedì 20 settembre 2011
Lo sport nella preistoria
Nella preistoria, quando i nostri antenati vivevano di caccia, l'attività fisica era quasi totalmente dedicata al sopravvivere. gli uomini dovevano essere fisicamente efficienti e atletici. A nche le danze rituali contribuivano a mantenere allenato e in esercizio il corpo.Testimonianze si trovano nelle grotte di Altamira in Spagna e in quella di Faunt de Gaume in Francia. Questi dipinti che raffigurano figure in movimento si trovano negli interni delle caverne, difficili da raggiungere senza essere guidati. Qui si radunavano i preistorici guidati dallo stregone per riti propiziatori alla caccia. Da ricordare che nelle grotte sono state trovate anche impronti di adolescenti, probabilmente dovuti a riti di iniziazione nei quali veniva segnato il passaggio dalla vita giovanile all'età adulta e quindi permettevano loro di diventare cacciatori.
Graffiti delle grotte a Mount de Gaume (Francia)
La nascita della filosofia occidentale in Grecia
La filosofia occidentale è nata nell'Ellade. Le ragioni per cui si è sviluppata in questa regione e non altrove sono molte e strettamente connesse l'una all'altra. In primo luogo si dice che i Greci siano gli iniziatori del pensiero occidentale in quanto essi risultano gli autori dei primi testi filosofici europei in forma scritta. In secondo luogo, si è soliti muovere dai Greci perchè si è figli di una cultura che pone le sue radici nel mondo ellenico. Il terzo e ultimo motivo consiste nell'impegno dei Greci in quel tipo di indagine critica e razionale in cui conosciamo la filosofia. Da questo si può dedurre che i Greci sono stati i fondatori del pensiero filosofico inteso come tale.
LA GEOMETRIA: DA EUCLIDE AI CAD
La geometria è sempre stata utilizzata da tutti i popoli soprattutto per fini pratici. Infatti la parola deriva dal greco e significa misura della terra. Secondo quanto tramandano alcuni storici greci le prime nozioni di geometria sono nate in Egitto, dove le frequenti inondazioni del Nilo costringevano gli abitanti a rimisurare i confini delle proprie terre. Dall'Egitto, le conoscenze geometriche sono passate in Grecia e si sono rafforzate nel periodo ellenistico, in particolare dal 300 a.C e il 600 d.C. La geometria di questo periodo storico non è più una scienza legata a fini pratici, ma è una vera e propria materia di studio razionale, svolta a studiare sistematicamente le proprietà della figura, del piano e dello spazio. Fra gli studiosi di spicco che hanno contribuito allo sviluppo della geometria nell'antica Grecia c'è Euclide.
Euclide scrive un'opera di tredici libri chiamata Elementi nella quale organizza tutte le conoscenze matematiche e geometriche sviluppatesi nei due secoli precedenti al suo. I primi sei libri parlano della geometria piana, dal settimo al nono si discutono alcune questioni aritmetiche e negli ultimi tre viene trattata la geometria solida. Nel periodo ellenistico vennero dati altri contributi alla geometria; per esempio Archimede di Siracusa, che ha risolto in maniera geniale alcuni problemi riguardanti la misura delle aree e dei volumi e da Menelao di Alessandria a cui è attribuito un teorema che porta il suo nome.
Con il tramontare della civiltà greca si chiude questo periodo di particolare felicità per la geometria e nè durante l'Impero Romano nè durante il Medioevo si segnalano contributi significativi.
Per assistere a un risveglio nei confronti della geometria bisogna attendere il Rinascimento, con la riscoperta dei testi classici. Con Cartesio nasce la geometria analitica, ovvero la geometria applicata all'algebra; si scoprono nuovi tipi di geometria diversa da quella euclidea; si studiano nuove figure (per esempio la topografia è un ramo della geometria che studia le proprieta geometriche che si preservano quando gli oggetti vengono deformati in maniera continua, senza romperli). Insomma lo studio della geometria è uno studio antico ma è anche lo studio di una materia in continua trasformazione. Ad esempio il teorema di Menelao, tramite il matematico Giovanni Cevaha trovato applicazione nei moderni programmi CAD.
lunedì 19 settembre 2011
Le origini della letteratura latina - Produzione artistica e comunicazione
Il problema delle origini di una produzione artistica in latino si poneva ai romani in termini molto netti; per i Romani si poteva fissare una data di nascita che corrisponde al 240 a.C., anno in cui Livio Andronico fece rappresentare una sua opera scenica, probabilmente una tragedia. questa concezione delle origine può risultare semplicistica ma non è incoerente: se si restringe la letteratura a una produzione artistica dello scrivere, si può accettare anche una data di nascita precisa. Del resto gli stessi Romani erano consapevoli che le origini della letteratura non coincidevano con quelle delle forme comunicative.
La storia di queste forme è complessa; non si esaurisce nella comunicazione scritta, e non si limita ad anticipare e preparare lo svilupparsi della letteratura. I Romani avevano ben presente il rifermiento alle origini della letteratura greca. Il grande teatro greco del V secolo deve aver avuto una preistoria: azioni drammatiche più semplici non scritte e legate a feste rurali e a riti. la poesia omerica presuppone uno sfondo tradizionale, una profonda e ricca tradizione di canti epici affidati a bardi viaggianti. Come i Greci, anche i Romani diventarono curiosi riguardo l'origine e la preistoria della loro letteratura; l'esempio greco, d'altra parte, era uno stimolo ma poteva essere anche un' illusione; alcune ricostruzioni romane sembravano essere troppo legate alle ricostruzioni che i greci facevano delle loro opere letterarie passate. i greci erano avvantaggiati dalla presenza di Omero, il primo poeta che aveva dato forma alla letteratura greca con le sue opere. Nessun testo romano godeva di una posizione tanto privilegiata e questo è dovuto ad una serie di fattori che adesso andremo ad elencare:
1 - cronologia e diffusione della scrittura
2 - le forme comunicative non letterarie
3 - le forme preletterarie: i carmina
domenica 18 settembre 2011
Marco Tullio Cicerone Pro Archia 3 testo latino-italiano con commento
Sed ne cui vestrum mirum esse videatur me in quaestione legitima et in iudicio publico-- cum res agatur apud praetore populi romani, lectissimum virum, et apud severissimos iudices, tanto conventu hominum ac frequentia-- hoc uti genere dicendi, quod non modo a consuetudine iudiciorum, verum etiam a forensi sermone abhorreat; quaeso vobis, ut in hac causa mihi detis hanc veniam, adcommodatam huic reo, vobis (quem ad modum spero) non molestam, ut me pro summo poeta atque eruditissimus hominem dicentem, hoc cuncursu hominum letteratissimorum, hac vestra humanitate, hoc denique praetore exercente iudicium, patiamini de studiis humanitatis ac litterarum paulo loqui liberius, et in eius modi persona, quae propter otium ac studium minimein iudiciis periculisque tractata est, uti prope nuovo quodam et inusitato generi dicendi.
Ma perchè a nessuno di voi sembri strano che in una questione di diritto, nel corso di un pubblico processo(1), svolto innanzi al pretore del popolo romano, uomo esemplare(2), e agli integerrimi giudici(3) e alla presenza di una folla così numerosa, io mi serva di un genere di eloquenza(4) tanto distante dalla consuetudine giudiziaria ma anche dal linguaggio forense, vi chiedo, in questa causa, di concedermi tale licenza,a vantaggio dell'imputato(5) e, spero, non spiacevole per voi: permettete che difendendo con le parole un ottimo poeta e uomo dotto, confidando nella presenza di uomini che amano tanto le lettere, nella vostra cultura e nell'autorità del questore che presiede il tribunale, io tratti con libertà, seppur in maniera concisa, degli studi letterari, e che, un tale personaggio, il quale, grazie a una vita dedicata tutta alla sapienza, non ebbe mai problemi con la legge, io possa valermi di un genere di eloquenza insolito e quasi nuovo(6).
(1) - Lo iudicium publicum ebbe inizio per opera del dittatore Silla nel 149 a.C dallo iudicium populi nel quale il popolo romano si riuniva in comitia e decideva e discuteva i casi nati dall'appello di un cittadino contro una sentenza approvata da un magistrato. Questo appello era detto provocatio. Lo iudicium publicum aveva sede in una delle quaestones perpetuae che erano corti perenni che si occupavano di questi tipi di crimine. di questi e della loro classificazione si era occupato Silla con le sette Leges Corneliae. Due di queste leggi si occupavano di crimini compiutitra le pareti domestiche, un altra, la lex de sicariis et veneficis riguardava omicidi e casi importanti di corruzione giudiziaria, mentre le ultime quattro studiavano crimini legati alla vita politica. In questo caso si tratta della lex Papia, un provvedimento diretto soprattutto contro i Transpadani che vivevano a Roma senza aver regolarizzato la loro posizizione
(2) - Si tratta si Quinto Tullio Cicerone, questore nel 68 e pretore nel 62
(3) - Con l'applicazione della Lex Aurelia Iudiciaria del 70, i giudici venivano eletti per sorteggio al senato, all'ordine della cavalleria e ai tribuni erarii.
(4) - Cicerone definisce Archia reus ovvero imputato. Il termine veniva connesso con res e indicava colui del quale si discuteva una causa.
(5) - Una delle cause che spinse Cicerone a compiere un'enorme celebrazione della produzione letteraria e poetica fu quella di far cosa gradita al suo cliente che tanto aveva fatto per il Popolo Romano. Archia infatti al momento del processo aveva composo poemi epici celebrativi delle campagne di Mario sui Cimbri e di Lucullo su Mitridate. Inoltre stava progettando di compiere un poema epico per celebrare le gesta di Cicerone contro i Catilinari.
(6) - Ritorna l'uso specifico del verbo dicere di cui si sottolinea l'originaria natura forense.
Marco Tullio Cicerone Pro Archia 2 testo latino-italiano con commento
Ac ne qui a nobis hoc ita dici forte miretur, quod alia quedam in hoc facultas sit ingenii neque haec dicendi ratio aut disciplina, ne nos quidem huic uni studio penitus umquam dediti fuimus. etenim omnes artes, quae ad humanitatem pertinent, habent quoddam commune vinculumet quasi cognatione quadam inter se continentur
E perchè nessuno si meravigli del fatto che io parli in questo modo di un uomo il cui ingegno ha capacità diverse dalle mie(1), ovvero estranee all'abilità e alla pratica dell'eloquenza, sappiate che nemmeno io ho dedicato il mio interesse sempre unicamente a questa sola disciplina. Infatti tutte le scienze che concernono l'uomo sono intimamente collegate e unite tra loro da una sorta di analogia(2).
(1) Si fa riferimento all'arte dell'eloquenza che l'oratore definisce "facultas ingenii et dicendi ratio aut disciplina. Questo è un esempio di occupatio. l'occupatio è una figura retorica con cui si previene un'obiezione dall'ascoltatore.
(2) La concezione di humanitas è di importanza fondamentale nel sistema filosofico di Cicerone. Infatti per l'oratore è la base delle norme del vivere civile, ovvero dell'essere cittadino. In ciò è assai vicino al circolo degli Scipioni e sostiene che la natura ha innalzato l'uomo sugli animali, considerati inferiori. dai quali si distingue per l'uso della ragione e del discorso. Per Cicerone ogni individuo nasce pari a un altro ed è poi libero di sviluppare la propria mente grazie agli studi della cultura. Gli uomini, comunque, pari per nascit, devono rispettarsi reprocicamente e devono prestare il loro servizio per il bene altrui.
Marco Tullio Cicerone Pro Archia 1 testo latino-italiano con commento
Si quid est in me ingenii, iudices, quod sentio quam sit exiguum, aut si qua exercitatio dicendi, in qua me non infitior mediocriter esse versatum, aut si huiusce rei atio aliqua ab optimarum artium studiis ac disciplina profecta, a qua ego nullum confiteor aetatis meae tempus abhorruisse, earum rerum omnium vel in primis hic A. Licinius fructum a me repetere prope suo iure debet. Nam quoad longissime potest mens mea respicere spatium praeteriti temporis, et pueritiae memoriam recordari ultimam, inde usque repetens hunc video mihi principem et ad suscipiendam et ad ingrediendam rationem horum studiorum exstitisse. Quod si haec vox, huius hortatu praeceptisque conformata, nonnulli aliquando saluti fuit, a quo id accepimus quo ceteris opitulari et alios servare possemus, huic profecto ipsi, quantum est situm in nobis, et opem et salutem ferre debemus.
(1) - Il discorso si apre con un articolato periodare, costituito da parallelismi che vedono alternarsi il si ipotetico per tre volte. questo si è seguito da una proposizione relativa: chiude l'intero periodo la principale. Questo costrutto è detto captatio benevolentiae ed è molto diffuso nei discorsi di Cicerone. L'ipotesi posta da Cicerone ha un valore puramente retorico. Infatti sottointende un apodosi affermativa. Cicerone aveva piena consapevolezza delle sue enormi capacità oratorie e politiche e credeva che in ogni uomo esistesse un pungulo che lo spingeva a primeggiare. (Pro Archia 29). Si riferisce a Cesare, la cui sete di potere ha trasformato la res publica in principato.
(2) - Cicerone aveva molta sperienza in campo oratorio, poichè la sua prima orazione all'interno del foro romano era avvenuta nell'81 con la Pro Quinctio, esattamente 19 anni prima del Pro Archia. Inoltre la sua fama si era consolidata grazie alle Verrine e alle Catilinarie. Da notare come l'oratore utilizza il verbo dicere, rispettandone il carattere solenne e tecnico.
(3) - Il verbo frequentativo versor esalta la costanza e il ripetersi dell'esercizio oratorio.
(4) - Cicerone ebbe una formazione molto vasta e ampia ( Guarda vita, opere e formazione di Cicerone nel blog)
(5) - E' da notare la differenza tra tempus ed aetatis. Con aetas si indica il tempo nella sua durata, mentre con tempus si indica una frazione di quest'ultimo.
(6) - Cicerone, in un solo attimo, sembra confessare con pudore la sua intensa attività letteraria. Questo ci riporta al pregiudizio romano per cui l'uomo politico non deve aderire al mondo della speculazione culturale.
(7) - Cicerone sottolinea il nome di Archia in romano e non in greco per sottolinearne la legale posizione giuridica.
(8) - Vel enfatizza il concetto dell'orazione
(9) - Cicerone utilizza in verbo video per concretizzare il ricordo e di exsto che significa propriamente "balzar fuori, distinguersi"
(10) - Qui l'oratore sottolinea la funzione che Archia ha avuto nella sua formazione giovanile
(11) - Cicerone qui si riferisce alla sua intensa attività di avvocato che aveva consolidato la sua posizione. Archia diede i mezzi a Cicerone aiutandolo a imparare la dialettica, utile per la sua attività.
Giudici, se è in me qualche propensione(1) - e so quanto essa sia limitata -, se ho qualche pratica nell'oratoria(2), e non nego di esservi abbastanza versato(3), se in questo campo ho un qualche metodo che devo allo studio delle migliori teorie(4), e ai loro comandi da cui neanche per un momento della mia vita(5), lo confesso(6), mi sono allontanato, il qui presente Aulo Licinio(7) ha il diritto di reclamarne il risultato più di ogni altro(8). Infatti, fino al punto in cui la mia mente può giunger volgendosi al lontano passato e ricordando le più remote memorie della fanciullezza, lo rivedo sempre vicino a me(9), per invogliarmi e inviarmi a questa categoria di studi(10). Se questa mia arte, formata dal suo incoraggiamento e dalle sue esortazioni, è stata qualche volta di aiuto a qualcuno(11), io, per quanto sta in me, devo portare aiuto a quest'uomo, dal quale ho ricevuto i mezzi per aiutare gli altri e certe volte per salvarli.
(1) - Il discorso si apre con un articolato periodare, costituito da parallelismi che vedono alternarsi il si ipotetico per tre volte. questo si è seguito da una proposizione relativa: chiude l'intero periodo la principale. Questo costrutto è detto captatio benevolentiae ed è molto diffuso nei discorsi di Cicerone. L'ipotesi posta da Cicerone ha un valore puramente retorico. Infatti sottointende un apodosi affermativa. Cicerone aveva piena consapevolezza delle sue enormi capacità oratorie e politiche e credeva che in ogni uomo esistesse un pungulo che lo spingeva a primeggiare. (Pro Archia 29). Si riferisce a Cesare, la cui sete di potere ha trasformato la res publica in principato.
(2) - Cicerone aveva molta sperienza in campo oratorio, poichè la sua prima orazione all'interno del foro romano era avvenuta nell'81 con la Pro Quinctio, esattamente 19 anni prima del Pro Archia. Inoltre la sua fama si era consolidata grazie alle Verrine e alle Catilinarie. Da notare come l'oratore utilizza il verbo dicere, rispettandone il carattere solenne e tecnico.
(3) - Il verbo frequentativo versor esalta la costanza e il ripetersi dell'esercizio oratorio.
(4) - Cicerone ebbe una formazione molto vasta e ampia ( Guarda vita, opere e formazione di Cicerone nel blog)
(5) - E' da notare la differenza tra tempus ed aetatis. Con aetas si indica il tempo nella sua durata, mentre con tempus si indica una frazione di quest'ultimo.
(6) - Cicerone, in un solo attimo, sembra confessare con pudore la sua intensa attività letteraria. Questo ci riporta al pregiudizio romano per cui l'uomo politico non deve aderire al mondo della speculazione culturale.
(7) - Cicerone sottolinea il nome di Archia in romano e non in greco per sottolinearne la legale posizione giuridica.
(8) - Vel enfatizza il concetto dell'orazione
(9) - Cicerone utilizza in verbo video per concretizzare il ricordo e di exsto che significa propriamente "balzar fuori, distinguersi"
(10) - Qui l'oratore sottolinea la funzione che Archia ha avuto nella sua formazione giovanile
(11) - Cicerone qui si riferisce alla sua intensa attività di avvocato che aveva consolidato la sua posizione. Archia diede i mezzi a Cicerone aiutandolo a imparare la dialettica, utile per la sua attività.
Scoprire le nostre radici latine e greche
La nostra attuale cultura proviene dalla fusione di due culture più antiche:
es: cronometro deriva dal greco KRONOS (tempo) e METROS (misura). Infatti il cronometro è lo strumento col quale misuriamo il tempo.
- La cultura greca
- La cultura latina
es: cronometro deriva dal greco KRONOS (tempo) e METROS (misura). Infatti il cronometro è lo strumento col quale misuriamo il tempo.
messaggio di benvenuto a tutti
salve ragazzi...questo è post è nato per diffondere cultura per tutti...spero ardentemente che lo troverete bello e interessante...
saluti
saluti
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